Dal 18 al 21 aprile 2013 due donne dell’Associazione hanno partecipato alla Terza Conferenza Internazionale per il supporto alla resistenza delle donne Saharawi. La conferenza si è svolta in parte ai Campi Profughi Saharawi nel deserto algerino, in parte nella città di Algeri. Erano presenti delegazioni da tutto il mondo: in visita ai Campi eravamo 135 partecipanti, quasi tutte donne mentre alla conferenza ad Algeri c’erano ben 410 partecipanti provenienti da 45 paesi da 4 diversi continenti. Ci si è salutate con la promessa che la sorellanza verso la resistenza delle donne Saharawi prosegua attivamente, non solo per le donne che vivono nel Campi Profughi, ma anche per le donne Saharawi che vivono nei territori occupati del Sahar Occidentale, dove subiscono continue violazioni di diritti umani da parte delle autorità marocchine occupanti. Alla conferenza era presente una delegazione di dieci donne dei territori occupati che hanno raccontato e mostrato le violenze che subiscono.
Scarica qui il testo della dichiarazione finale della conferenza (in spagnolo) Declaracion final
“Ho trovato molto emozionante condividere questo viaggio con tante altre donne di paesi così diversi e lontani tra loro. Si respirava molta solidarietà e ogni scambio di parole, sorrisi e sguardi era prezioso. La presenza delle altre ti rinforzava, anche nella stanchezza e nel caldo torrido del deserto. L’organizzazione di queste giornate e l’accoglienza delle donne Saharawi nelle loro tende è stato eccezionale, ci ha fatto sentire ancora più vicine alla causa del popolo e delle donne Saharawi” Cristina
“Toccare con mano la dura realtà della vita quotidiana delle donne e dei bambini nei Campi è stato un impatto molto forte, così come la loro semplice e calorosa ospitalità! Altresì emozionante la giornata della conferenza ad Algeri, gli interventi appassionati di solidarietà espressi dalle delegate di tutto il mondo, da Nora, argentina di 84 anni, Madre di Plaza de Mayo a Robin, giovane artista newyorchese che ha mess0 la sua arte a disposizione della loro causa. Interventi che si chiudevano sempre con il grido unanime : No hay alternativa al derecho de autodeterminaciòn” Giovanna